Roberta Ligossi ha studiato tra Milano e Londra, conseguendo la laurea triennale in Filosofia e la magistrale in Management. Nel 2019, dopo tre anni di esperienza professionale come Head Hunter e un Master in Arts Management & Administration presso la SDA Bocconi di Milano, fonda TA-DAAN: prima destinazione digitale dedicata all’artigianato contemporaneo. Da sempre appassionata al tema – complice la nonna piacentina che faceva la sarta – ha lanciato TA-DAAN con l’obiettivo di ridefinire il ruolo dell’artigianato in un mondo sempre più automatizzato e digitale.
Raccontaci di te, personalmente, del tuo percorso e della tua start up
Chi mi conosce bene mi definisce coraggiosa, curiosa e resiliente e credo che il mio percorso come donna e imprenditrice ne sia la testimonianza vivente.
Sono nata a Milano, ma sono stata cresciuta da una nonna piacentina che faceva la sarta. Sono quindi stata allevata letteralmente tra scampoli di tessuto e fili di cotone. La passione per l’artigianato credo nasca proprio lì. Non è un caso infatti che, dopo diversi anni nel mondo dell’Executive Search dove lavoravo com Head Hunter, mi sia ritrovata a fare corsi serali di sartoria e ricamo. Lì inizia a germogliare l’idea di TA-DAAN che si concretizza nel 2019 con l’incontro delle mie tre socie: Valeria Zanirato, Costanza Tomba e Sara Pianori.
TA-DAAN è oggi un magazine digitale e un e-commerce con oltre 60 artigiani provenienti da 7 paesi in Europa. Il nostro vantaggio competitivo è in una parola la nostra community. Da un lato abbiamo oltre 200K followers appassionati di artigianalità e sostenibilità. Dall’altro un database di oltre 5K artigiani provenienti da tutto il mondo.
Quale impatto la tua start up pensi stia avendo su altre donne intorno a te?
L’ambizione di TA-DAAN è quella di avere un impatto sociale e culturale duplice.
Da un lato, puntiamo a sensibilizzare le nuove generazioni su un modo di consumare alternativo, più etico e sostenibile. Le sproniamo quindi a comprare meno ma meglio e a privilegiare una produzione artigianale che sia slow, made to order e pensata per durare nel tempo.
Dall’altro, vogliamo contribuire alla sopravvivenza e all’evoluzione dell’artigiano.
La mia personale ambizione poi come giovane imprenditrice è quella di fare del mio meglio per essere un modello per le giovani donne che vogliano fare impresa in Italia e dare il là perché si superi la famosa soglia del 12% - percentuale di startup guidate da donne in Italia.
Dalla tua incredibile esperienza qual è stata la più grande ricompensa e la più grande sfida nell'essere CEO?
La più grande ricompensa per me ogni giorno è il lavoro di squadra. Sono sempre stata una grande team player e avere accanto, in primis, tre socie di grande valore e, in secundis, un team di amazzoni che condividono visione e valori è per me la grande conferma della bontà del percorso intrapreso. D’altra parte, parafrasando un proverbio africano: “If yo want to go fast, go alone. If you want to go far, go together”.
La più grande sfida, invece, credo sia tutti giorni con se stesse. Si sa la vita di un’imprenditrice è fatta di alti e bassi. Con il tempo si impara a navigarli entrambi e a mantenere un certo equilibrio tra i due. La partita più difficile però la si gioca sul lungo periodo e la vince chi non molla mai!
Qual è il miglior consiglio che hai ricevuto da un mentor?
Il miglior consiglio l’ho ricevuto dal mio partner nella vita, anche lui imprenditore: “Se non sei disposto a fare un po’ di overselling non credi abbastanza nella tua idea, perché hai troppa paura di andare all in e perdere la faccia”. Quanto ci credi per me fa una grande differenza.
Quando ti sei sentita maggiormente "empowered" nel corso della tua carriera?
Credo mi si possa definire una persona discretamente competitiva. Insomma, non dico mai di no alla sana competizione. Vincere è per me un momento di grande empowerment. Recentemente lo è stato la vittoria a TechChill, dove abbiamo vinto la pitch batte gareggiando con startup europee di grande valore.
In un percorso imprenditoriale fatto di tanti sì ma anche tanti no, credo moltissimo nella celebrazione delle vittorie e nel ricordo di queste ultime. Troppo spesso noi donne facciamo fatica a dirci brave e a celebrarci ad alta voce, dovremmo farlo molto più spesso e le vittorie sono una buonissima scusa!
Da MyChalom pensiamo che ogni badass woman abbia dovuto compiere un passo decisivo per arrivare dove si trova ora. Chiamiamo questo momento "TBS", The Big Step. Qual è stato il tuo?
Il mio TBS è stato uno di quelli con la B maiuscola. La mia, se devo rappresentarla con un’immagine, è stata proprio un’inversione a U in autostrada.
Nel giro di pochi mesi ho lasciato nell’ordine: un lavoro da dipendente con ottime prospettive di crescita e una relazione molto importante. Ho chiuso questo primo capitolo della mia vita e mi sono lanciata con TA-DAAN: full time dal giorno uno.
I tuoi 3 articoli preferiti di MyChalom Fall/Winter 2022
Ardua scelta, ma direi FONDENTE per le vibes un po’ retro, MEGAN per la personalità e URSULA come ever green!
Per concludere, il tuo motto da badass woman
Da buona filosofa mi permetto di scomodare Confucio: “The woman who says she can, and the woman who says she can't are both correct.”